Calciomercato Fiorentina, Ambrosini: «Nessun chiarimento col Milan»

Written By Unknown on Sabtu, 13 Juli 2013 | 23.50

MONTECATINI TERME - Un vecchio mediano che presenta il nuovo mediano della Fiorentina, non più di primo pelo ma pronto a una stagione nuova con una maglia nuova. Vincenzo Guerini dice di Massimo Ambrosini: «E' con piacere che vi presento questo debuttante del calcio. Ho messo un quarto d'ora a leggere quello che ha vinto. Quando Ambrosini è arrivato da noi ho pensato: "Ma chi giel'ha fatto fare di rimettersi in discussione dopo quello che ha vinto?". Ha impiegato 3 minuti a trovare l'accordo con la società. Durante gli allenamenti, i giovani cercano di rubargli i segreti. Massimo ci darà ancora tanto come calciatore».

Ambrosini inizia la sua prima conferenza stampa in viola con un ringraziamento:
«Voglio ringraziare la Fiorentina, il presidente, la dirigenza per la grande occasione che mi hanno dato, i miei compagni, la città e i tifosi perché mi sento ben accolto. Il primo pensiero va a loro».

Questa è la prima presentazione della sua carriera...
«Ne ho fatta un'altra al Vicenza».

Si sente emozionato?
«Sì. La ritengo una grande opportunità per me. Vincenzo ha detto "chi me l'ha fatto fare", ma per me è uno stimolo enorme. La Fiorentina ha un progetto legato ai giovani, ma io mi sento apprezzato».

E' ancora dispiaciuto per come è finita con il Milan?
«Fa parte del mio passato. Quello che è stato è stato. Ora sono un giocatore della Fiorentina».

Totti, che appartiene alla sua generazione, ha appena detto che indosserà la sua ultima maglia. Cosa accade a un certo punto della convivenza fra i giocatori-simbolo e il proprio club?
«Ogni storia va analizzata singolarmente. L'età è qualcosa che non si può fermare. A una certa età, quello che bisogna pretendere non è la riconoscenza, ma la chiarezza. Con la chiarezza si possono subire anche delle scelte, senza chiarezza è tutto più difficile. Non è che un giocatore debba giocare fino a 40 anni, se la tua società ritiene che non dai più quanto si aspetta è lecito che ti lasci andare, però te lo deve dire con i tempi e i modi giusti».

Fino a un po' di tempo fa c'era un atteggiamento diverso al Milan nei confronti dei suoi vecchi campioni.
«Non lo so. La storia degli addii al Milan è un po' particolare. Ogni addio è storia a sè, quello di Maldini è diverso dal mio. Quando ho dato l'addio, ho detto che mi sarei aspettato più attenzione per la gestione della mia situazione, potevano essere un po' più chari in una decisione che era legittimo che prendessero».

Dopo l'addio al Milan ha sentito qualche dirigente rossonero?
«».

Ha avuto modo di fare chiarezza sul suo addio?
«No. Quello che era successo era successo. Non c'era bisogno che mi fosse detto qualcosa di più o di diverso rispetto a prima. E poi non ne sentivo l'esigenza».

E' andato a Firenze per vincere?
«Ci sono andato per portare entusiasmo. Sembra strano, perché non sono tanto giovane. Quando ho capito quali erano le intenzioni della mia vecchia società, non ho pensato di smettere. Ho ancora voglia di giocare. Questa squadra è composta da grandissimi giocatori, prenderò tante cose da loro».

Qual è il suo obiettivo?
«Aiutare la Fiorentina a crescere ancora. E' stimolante, ha un progetto intrigante e un allenatore bravissimo. Il mio obiettivo è giocare più possibile ed essere utile alla squadra».

Come ha vissuto la volata finale per la Champions con tutte quelle polemiche?
«L'anno scorso è stato un testa a testa intenso, alla fine sappiamo tutti come è andata a finire. Dopo il pari di Firenze sembrava che non ci fosse più nulla da fare per la Fiorentina, il Milan aveva 6 punti di vantaggio, ma poi abbiamo perso un po' la strada e all'ultima partita sapete come è finita. Se il Milan alla fine è arrivato in Champions, la Fiorentina meritava lo stesso piazzamento. Come gioco è stata superiore a noi».

Ma cosa è accaduto in quei 6 minuti finali?
«Io ero stato espulso, più di così non potevo fare...».

Tante volte doveva andare alla Fiorentina.
«Anche prima di andare al Milan».

Sarà il duello dei Supermario: meglio il suo ex compagno Balotelli o il suo futuro compagno Gomez?
«Balotelli ha delle qualità importanti. Gomez lo stesso, le sue qualità non si discutono. Può spostare equilibri, bisogna calcolare però il tempo di ambientamento al nostro campionato».

Lei giocava col numero 23, che è di Pasqual, quale numero prenderà?
«Forse il 21, la data della nascita di mia figlia Angelica».

Cosa può trasmettere alla Fiorentina?
«Non ci possiamo nascondere, l'obiettivo è confermare il gioco dell'anno scorso e migliorare la posizione in classifica. Ha un telaio ben definito, ma deve inserire giocatori importanti, compreso Giuseppe Rossi. Alla Fiorentina va dato il tempo per diventare una squadra vera».

Milan e Fiorentina: chi è più forte?
«Nel calcio solo i risultati fanno dire chi è più forte. Il Milan, a differenza della Fiorentina, ha un'abitudine maggiore a combattere a livelli superiori».

Quali sono le differenze fra lo spogliatoio del Milan e quello della Fiorentina?

«Mancano ancora tanti giocatori, ma tutti quelli che sono qua mi hanno accolto molto bene».

Ljajic poteva (o può) andare al Milan. Le ha chiesto notizie?
«No».

Che giocatore è Ljajic?
«Un talento assoluto, è esploso l'anno scorso, è un patrimonio del calcio, ora della Fiorentina, ha un futuro importante e ha preso coscienza della propria forza».

Da chi è stato impressionato?
«Joaquin è un grande giocatore, ma Gonzalo Rodriguez è di livello internazionale».

Gomez-Rossi: è la coppia più forte?
«Rossi ha subìto due interventi alle ginocchia, io che ho avuto gli stessi infortuni dico che bisogna avere un po' di pazienza».

Montella che allenatore è?
«Nel mondo del calcio è un allenatore molto stimato, nonostante non abbia una grande esperienza, ha già conquistato molti estimatori. E' giovane, ha tanto entusiasmo, col suo staff cura molto i dettagli. E i dettagli fanno la differenza».

Visto che l'ha incontrato più di una volta sul campo, Montella era più forte da giocatore o da allenatore?
«Se continua a fare da allenatore quello che faceva da giocatore, la sua sarà una grande carriera. Era uno dei 3-4 attaccanti più forti della sua epoca».


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