Perché ha accettato la Fiorentina? E' vista come una grande squadra anche all'estero?
«La cosa più importante è come gioca a calcio, con la sua gestione del pallone, col possesso palla, ha preso giocatori molto importanti. La gestione della palla comanda il calcio di oggi».
Mario Gomez è l'attaccante più forte con cui ha giocato?
«Ho giocato con attaccanti e rifinitori molto forti. Ma è chiaro che Mario Gomez è un calciatore che da anni mostra il suo valore e lui, insieme a tanti che erano già in rosa, ci aiuterà sia con le giocate che con la qualità delle giocate».
Quale modulo preferisce?
«Dipende da Montella. Di solito faccio l'attaccante di fascia destra. Perà negli ultimi anni con Pellegrini ho fatto spesso la punta e la mezza punta e sono andato a giocare anche sulla sinistra. Mi sono trovato sempre bene, avevo tante possibilità e entravo spesso nella manovra. Ho la capacità di variare i ruoli. Tuttavia la mia posizione naturale è quella di ala destra».
A Malaga lei ha avuto un colloquio con Eduardo Macia. Cosa le ha detto per convicerla a venire a Firenze?
«Mi ha parlato di un progetto importante, che non si fa dalla sera alla mattina, ma sapevo che sarei venuto in una squadra che gioca un buon calcio, che era come una famiglia e che arrivava da una stagione buona. E' un momento chiave per la mia carriera e ho scelto di giocare la Serie A. La Fiorentina ha una storia importante»
Capitolo Giuseppe Rossi. Ci ha parlato in questi giorni?
«Sta bene dopo la lesione, l'ho visto molto allegro e questo è importante. Lo conosco da quando giocava nel Villarreal, ha una qualità tremenda, è un finalizzatore, ma ti anche dà molti assist, la sua stagione sarà importante per tutta la squadra».
La presenza druppo del Villarreal nella Fiorentina ha inciso nella sua scelta?
«Indipendentemente dal fatto che c'erano giocatori già conosciuti come Borja Valero, Rossi e Gonzalo, se sono qua è per un motivo preciso. Ho preso questa decisione perché ho capito che era il momento buono per uscire dalla Spagna».
Anche secondo lei la Fiorentina è una squadra molto spagnola?
«Le partite che ho visto della Fiorentina evocano un calcio moderno, di tocchi, di mobilità, un calcio che richiama l'attenzione e il risultato dell'anno scorso, il quarto posto, è importante. In tutti gli allenamenti tocchiamo il pallone, i primi giorni sono rimasto sorpreso perché si lavora molto con la palla. E questo mi fa divertire molto».
Il suo talento è noto. Ai tempi del Betis la volevano il Real Madrid, il Chelsea e il Barcellona. Questa è l'occasione per dimostrare che è un grande giocatore anche lontano dalla Liga?
«Sto per compiere 32 anni, mi guardo indietro e dico che ho avuto la possibilità di far vedere il mio valore. Non devo dimostrare niente. Per me è importante portare i risultati e aiutare la Fiorentina a fare una bella stagione. Gli anni in cui mi cercavano Real e Chelsea sono passati, ho deciso di venire qua per divertirmi e aiutare la Fiorentina».
Quali sono secondo lei gli obiettivi della Fiorentina?
«Abbiamo iniziato il ritiro solo da tre giorni fa, è presto per parlare di obiettivi. Puntiamo a migliorare, ma sempre con cautela e sapendo che in Serie A ci sono grandi squadre».
La Fiorentina è fra i più forti attacchi della Serie A. Lei è d'accordo?
«La realtà è che abbiamo grandi nomi, grandi giocatori, ma con i nomi non si vince niente. Dovremo dimostrarlo lavorando forte, giorno dopo giorno».
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