mercoledì 25 giugno 2014
Il presidente del Napoli: «Questo ancora una volta pone il problema della sicurezza nel calcio. E' uno sport, non può essere un luogo di violenza, dove si rischia la vita e si compromettono i rapporti fra italiani»
di Furio Fedele
MILANO - Aurelio de Laurentiis, appena arrivato nel primo pomeriggio in Lega calcio, ha voluto commemorare la scomparsa del povero Ciro Esposito lanciando anche un monito a istituzioni e tifosi. «Sono profondamente addolorato per la sua famiglia, per la sua mamma e per lui stesso - ha detto il numero 1 napoletano - Speravamo tutti in un miracolo. Questo ancora una volta pone il problema della sicurezza nel calcio. E' uno sport, non può essere un luogo di violenza, dove si rischia la vita e si compromettono i rapporti fra italiani. Ci siamo sempre dimenticati che siamo in Italia, non siamo a Napoli, Torino, Genova, Firenze, Milano. Sennò siamo tornati all'Italia dei Comuni del 1200. Siamo uno Stato molto giovane, forse non si è insegnato agli italiani il senso di italianità in questo essere sciatti, minimizziamo anche il grande potere che ha l'essere italiani. Il famoso made in Italy è un "plus" ma se ogni volta lo calpestiamo calpestando la nostra stessa dignità facciamo un autogol pesantissimo».
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