Serie A, Mancini: «Inter, ci rilanceremo»

MILANO - Ieri il primo ko della sua nuova avventura all'Inter, all'Olimpico con la Roma. Oggi Roma e l'Unicef, nella sede di via Palestro, hanno regalato a Roberto Mancini l'orgoglio della nomina di Ambasciatore "Goodwill" della fondazione internazionale: un legame triennale speciale, che impegna operativamente a promuovere l'attività Unicef: «Ne sono particolarmente orgoglioso, so perfettamente di non rappresentare una eccezione e di essere in ottima compagnia con tanti altri colleghi sportivi. Spero di poter fare quanto di meglio e di più utile per la meritoria attività dell'Unicef. E legandomi ad oggi che è la giornata mondiale per la la lotta all'Aids dedico questo mio momento speciale e il mio impegno futuro proprio ai bambini flagellati dal virus in tutto il mondo».

«MERCATO? NON E' FACILE » - Il primo ko servito freddo non cambia lo scenario offerto ieri notte dal tecnico: «Ho visto cose non dovremo più fare, ma anche qualcosa di positivo da cui partire». Dalla difesa a 3 alla difesa a 4 ci sarà molto da lavorare: lo ha detto Mancini a caldo, lo hanno detto anche i giocatori. «E' vero - continua il tecnico - ma non è u fatto di modulo, è qualcosa che coinvolge la mentalità. L'importante ora è non deprimersi e andare avanti: da qui alla fine qualcosa di positivo nascerà». Magari anche con il supporto del mercato di gennaio. «Un mercato non semplice, comprare per comprare non avrebbero senso. Ne parlerò con la società».

«SCUDETTO? JUVE O ROMA» - L'espulsione di Mazzoleni brucia? «Non ne conosco il motivo e tre anni in Inghilterra mi hanno convinto ancora di più del fatto che non parlo né degli arbitri né dei loro collaboratori». Un messaggio a Prandelli: «Conosco quell'ambiente, dovevano dare più tempo anche a lui che peraltro in campionato non era messo male. Ma il calcio corre veloce in tutto, anche in queste cose». Europa League o terzo posto, quale strada per andare in Champions? «Una delle due, basta andare. Poi è chiaro che se posso scegliere dico Europa League perché significherebbe vincere un trofeo dopo sei mesi. E chi direbbe di no?». Nella lotta scudetto c'è un solo testa a testa. «Juve-Roma: i giallorossi molto tecnici, i bianconeri molto solidi. Non chiedetemi chi vincerà, ma la lotta è affare loro».

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Mancini: "Prandelli? Il calcio ha troppa fretta"

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