«ROMA MERITA LA CHAMPIONS» - Totti ha parlato anche del ritorno dei giallorossi in Champions dopo alcune stagioni di assenza: «Per tanti anni non siamo riusciti a entrarci, ma penso che questa città e questa società meritino palcoscenici così importanti e prestigiosi. La Roma deve fare sempre bella figura in Europa, come spesso e volentieri ha fatto». Sono trascorsi tanti anni, quasi 22, da quel lontano 28 marzo 1993, quando Vujadin Boskov fece esordire in Serie A al Rigamonti un Totti non ancora 17enne. «Quando ho esordito a Brescia ero giovane, direi un bambino. Non capivo realmente che cosa volesse dire essere un giocatore professionista. "Ora ho un'altra esperienza, un altro tipo di vita e un'altra mentalità. Ma posso dire che adesso è ancora più difficile rispetto ad allora».
«CHE VITTORIA AL BERNABEU!» - L'album dei ricordi è ricco anche per quanto riguarda la Champions League. «L'esordio fu in una serata molto particolare, la partita contro il Real Madrid l'11 settembre 2001, quando ci furono gli attacchi alle Torri Gemelle». Difficile dimenticare anche il tracollo sul campo del Manchester United FC nei quarti dell'edizione 2006-07: «Nessuno si sarebbe mai aspettato un risultato di quel tipo. Poi era andata e ritorno, noi all'andata avevamo vinto in casa 2-1 e potevamo fare molti più gol». Il numero 10 ha invece due partite che gli stanno particolarmente a cuore. «Il successo al Santiago Bernabéu, quando affronti queste squadre che sulla carta sono più forti di te e riesci a giocartela alla pari o la vittoria sul campo del Lione, che non perdeva non so da quanti anni in casa in Champions».
«MI DIVERTO ANCORA» - «Cosa farò alla fine della mia carriera? Non ho ancora pensato a trovarmi un altro lavoro!», ha detto sorridendo il capitano giallorosso. «Ancora mi diverto, ancora ho passione, ho la possibilità di fare bene. Quando vedrò il momento in cui non ce la farò più, penserò a quello che dovrò fare». Del resto il suo ruolo attuale lo assorbe molto, dentro e fuori dal campo: «Ho un doppio ruolo, da capitano interno e capitano esterno. Il primo è quello più importante, bisogna essere sempre a disposizione della squadra, del mister e della società, di tutti. Il capitano esterno deve essere a 360 gradi disponibile con la gente e comportarsi sempre nel migliore dei modi».
«GLI INFORTUNI, I MOMENTI PIU' BUI» - Pochi dubbi anche quando si chiede a Totti di indicare i momenti più duri della sua carriera. «I due infortuni, quelli più gravi, alla caviglia e al ginocchio. Li ho superati con la forza e la determinazione del mio carattere, molto forte: sono riuscito a diventare ancora più grintoso».
«ECCO LA MIA TOP 5» - Ad allenare per il momento non pensa, ma se dovesse formare una squadra di calcetto con compagni romanisti attuali o passati, Totti sceglierebbe «De Sanctis come portiere, poi Maicon e Candela, infine Batistuta e Cassano. Io? Non lo so se posso mettermi... Che consiglio darei a un Francesco Totti oggi 18enne? Di fare le stesse cose che ha fatto Francesco Totti!», ha concluso.
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