Il centrocampista: «Questa è una squadra che ha cambiato tanto, che si è adattata al momento economico, che ha mutato gli obiettivi, puntando suoi giovani. Ma siamo in progresso, stiamo migliorando, sono fiducioso»
FIRENZE - Riccardo Montolivo tra Nazionale e Milan e...Fiorentina. Una confessione sincera, quella del centrocampista. Montolivo, ieri Prandelli è stato critico con la...critica.
«Quello che ha detto Prandelli, è il pensiero di tutta la squadra. Il mister ci ha fatto i complimenti a caldo. Sempre si può migliorare ma tutti eravamo convinti di aver fatto una prestazione buona, grazie a un approccio giusto alla gara, alla personalità, insomma una partita di livello»
C'è la questione di cosa comporti pensare che l'Italia adesso è vice campione d'Europa
«E' sbagliato pensare che tutto sia facile. Spagna a parte, nessuno arriva e detta legge. Sarebbe, anche da parte nostra, presuntuoso pensare di fare così»
Intanto Prandelli chiede un gioco aggressivo. Cosa significa?
«Il fatto è che noi non dobbiamo avere paura, significa che dobbiamo giocare a viso aperto, che dobbiamo stare alti; magari tutto questo è rischioso perché gli altri, se hanno qualità, possono arrivare alle nostre spalle. L'obiettivo è essere aggressivi, alti, equilibrati»
Verso Brasile '14 abbiamo il primo match ballo per eliminare la Danimarca
«Diciamo che, se battiamo la Danimarca diamo un'impronta al girone, che è il più difficile e equilibrato. Andando a 10 punti saremmo messi bene».
Rischiate di giocare senza Buffon
«Gigi è un leader carismatico, ci serve, è stato decicisivo anche a Erevan: lui farà tutto per esserci»
Intanto Montolivo si è ripreso il suo posto in Nazionale, che nessuno fin qui ha interpretato bene come lei
«Il trequartista azzurro è un ruolo difficile. Devi fare il centrocampista avanzato, interdire, impostare, equilibrare, insomma un ruolo anomalo. Io ho avuto la fortuna di averlo fatto nella Fiorentina con Prandelli e dunque ho il vantaggio di sapere quello che serve, come si fa».
Parliamo di lei, come giudica adesso il suo ultimo anno fiorentino
«E' stato un anno difficile, siam a livello personale e che di squadra. Ho affrontato una situazione nuova, mai vissuta prima. Sul piano della maturità e personalità certe difficoltà mi hanno aiutato a crescere. Insomma non tutti i mali vengono per nuocere»
Certo non è arrivato nel Milan migliore...
«Questo è un Milan che ha cambiato tanto, che si è adattato al momento economico, che ha mutato gli obiettivi, puntando suoi giovani. Ma siamo in progresso, stiamo migliorando, sono fiducioso»
Resta Allegri in data di scadenza
«Dicono così, sempre, quando le cose non vanno bene, si cercano strade alternative. Fa parte del gioco. Ma sono voci e la società è stata chiara: fino alla fine della stagione, Allegri resta e noi dobbiamo dare una svolta al campionato. E possiamo farlo»
Mai pentito della scelta fatta?
«La scelta che ho fatto è perché il Milan è un top club, resta il più titolato al mondo. Riusciremo a essere competitivi anche quest'anno. Al di là delle contingenze, il Milan è sempre il Milan. E io non mi sono mai pentito, neppure per un giorno, di aver scelto questo club: è stato un balzo in avanti della mia carriera»
Non sono mancate le critiche nei suoi confronti, a Milano
«Certo, posso dare di più, ma ho fatto già meglio. L'infortunio di fine agosto ha pesato. Ho perso la condizione. Adesso sto molto meglio, come si è visto a Erevan. La Nazionale darà al Milan un Montolivo cresciuto, con due partite in più»
E un El Shaarawy consacrato...
«Già da fuori, quando ero a Firenze, mi aveva colpito. Ha qualità, è velocissimo, dà profondità, a forza, è partito benissimo, ha la rabbia che deve avere un attaccante come lui come dimostrano i gol che ha segnato. Sono contento che giochi nel Milan. Lui può pesare tanto, sono convinto che merità uno spazio fisso in squadra».
E' "pazzo" Robinho a parlare di scudetto?
«Diciamo che è molto... fiducioso. La classifica è quella che è, dobbiamo trovare la continuità, ma lo scudetto è molto difficile»
Cosa penda della nuova Fiorentina?
«Sono contento per Firenze, lo merita, mi sembra che stiano rivivendo i miei primi anni a Firenze. Montella è bravo. Certo, spiace quello che dicono di me, sono orgoglioso di essere stato capitano della Fiorentina, ho sempre dato tutto fino alla fine, mi sono perfino infortunato all'ultima partita e dicevano che pensavo all'Europeo... Ma è un capitolo chiuso»
Andrea Santoni
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